Euribor manipolato: novità giuridiche
Euribor Manipolato
A Milano il giudice invita a mediare per eliminare i tassi calcolati con l’indice
articolo Il Sole 24 ore 17 Febbraio 2024
A circa due mesi dall’ordinanza della Cassazione sul tasso Euribor manipolato, ci sono nuovi Tribunali che ne prendono atto ed emettono provvedimenti in cui si dà peso a quanto indicato nell’Ordinanza numero 34889 del 13 dicembre 2023, che ha sancito il principio secondo cui «l’accordo manipolativo del tasso Euribor accertato dalla Commissione europea con decisione del 4 dicembre 2013 produce la nullità dei contratti “a valle” che si richiamino per relationem al tasso manipolato». Ai lettori di Plus24 il fatto è noto, visto che ce ne siamo occupati in più numeri (e ne ripercorriamo la storia anche nell’intervista all’Abi in pagina). In sostanza, per tradurla in parole semplici, chi ha pagato gli interessi su un mutuo, leasing, prestito agganciato all’Euribor nel periodo tra il settembre 2005 e il maggio 2008 potrebbe chiedere, secondo le indicazioni della Suprema corte, il ricalcolo, generalmente più favorevole, al tasso legale.
Ora la novità arriva dal Tribunale di Milano che, come quello di Torino, aveva finora rigettato le istanze di ricalcolo affermando, in contrasto a quanto deciso dalla Cassazione, che non sia possibile ritenere nulli i contratti a valle dell’intesa vietata sanzionata dalla Comunità Europea. Ebbene nel Tribunale meneghino, all’udienza del 10 gennaio 2024, il giudice Viola Nobili, della sesta sezione civile, ha invitato «le parti ad individuare una conciliazione basata sull’eliminazione degli interessi relativi al periodo di violazione della normativa antitrust accertata dalla commissione europea e ha fissato per la verifica degli esiti della conciliazione l’udienza all’11 aprile 2024». «La novità è di non poco conto in quanto potrebbe essere il primo segno di un’apertura del Tribunale di Milano», come riferito dall’avvocato Mirko Ventura che, insieme a Katia Ventura dell’omonimo studio, difende gli interessi della mutuataria.
La causa riguarda un contratto di mutuo ipotecario stipulato nel lontano aprile 2001 da un consumatore che, tra l’altro, ha regolarmente pagato fino all’ultima rata, ma che ha contestato nel termine decennale di prescrizione, le modalità di determinazione degli interessi (in particolare l’ammortamento alla francese). Ora non resta da vedere come evolverà la questione e se le parti, come richiesto dal giudice, troveranno la chiusura conciliativa richiesta dal Tribunale che, evidentemente, ha voluto contenere anche le eventuali spese di giudizio.
Prima di cantare vittoria tuttavia bisogna tenere conto dei diversi orientamenti della giurisprudenza che sarà chiamata a calare in pratica l’ordinanza. Lo stesso avvocato Andrea Sorgentone, che è il primo ad aver seguito la questione della manipolazione dei tassi Euribor avverte che «altri autorevoli giudici, sia del Tribunale di Milano sia di quello di Torino, anche dopo l’ordinanza della Cassazione, potrebbero continuare a rigettare le domande proposte dai mutuatari», spiega Sorgentone. «Non c’è da stupirsi, in quanto anche nei primi anni 2000 per quanto riguarda l’anatocismo, sia i Tribunali della Madonnina sia quello della Mole tardarono a recepire le decisioni favorevoli che la Cassazione aveva emesso fin dal 1999», spiega Sorgentone. Non bisogna però scoraggiarsi in quanto nel frattempo la Corte di Appello di Cagliari ha emesso altre due sentenze positive, la numero 41/2024 e la numero 52/2024, confermando l’orientamento già espresso che prevede il ricalcolo al tasso legale delle rate che fanno riferimento a tassi Euribor compresi tra il 29/09/2005 ed il 30/05/2008.
Anche a Catanzaro in una recente sentenza emessa dalla Corte di Appello, che coinvolgeva un caso di mutuo a tasso variabile a cui era abbinato un contratto derivato a copertura della variazione dei tassi, il giudice ha riconosciuto la nullità della clausola dell’Euribor. Che fare dunque? Sorgentone «Consiglia ancora di evitare di proporre cause singole per mutui inferiori ad 500mila euro per i quali diverse associazioni di consumatori stanno proponendo invece cause collettive, sia al fine di ridurre i costi contabili e legali, sia per evitare l’intasamento dei Tribunali». Si stima infatti che i costi legali da sostenere come singoli possono raggiungere migliaia di euro (tra perizie, spese vive e legali), una cifra talvolta superiore al risarcimento eventuale. Con clausole collettive si contengono i costi anche a meno di 500 euro tutto incluso, compreso il “know how” sulla vicenda che non è ancora chiara a tutti i legali i quali infatti partecipano ai numerosi convegni che stanno fiorendo su questo filone dall’impatto potenziale molto rilevante. Sono coinvolti mutui, prestiti, leasing e derivati, con interessi calcolati nel famoso triennio e inerenti a rapporti (anche conclusi), i cui diritti non siano caduti in prescrizione.
Articolo di:
—Fe.Pe.