Diritto di estinzione del conto
L’estinzione di un conto si ha quando termina il rapporto tra banca e correntista e finisce quindi l’esigenza che ne ha portato all’attivazione.
La chiusura di un conto, da parte del correntista, può avvenire per diversi motivi, quali ad esempio banca troppo difficile da raggiungere, conto corrente troppo costoso in termini di gestione, migliori tassi offerti da un’altra banca.
Il contratto di conto corrente bancario, di solito a tempo indeterminato, può comunque essere chiuso per decisione di ciascuna delle parti. Se a tempo determinato invece, il contratto scade alla fine del termine prestabilito.
Il recesso, che ha natura di dichiarazione unilaterale, può essere fatto in qualsiasi momento, ma deve essere fatto con un certo preavviso. Il contratto può risolversi anche per fallimento del correntista e per liquidazione coatta amministrativa della banca.
Discorso invece diverso in caso di morte, interdizione o inabilitazione dei correntista, discorso che approfondiremo in altri articoli. Inoltre va aggiunto che il termine decennale di prescrizione inizia a decorrere da quando la banca smette di inviare l’estratto conto.
Lo scioglimento dei rapporto determina l’estinzione dei conto con obbligo di immediato pagamento dell’eventuale credito o debito. Se ad esempio è la banca ad essere creditrice gli interessi dovuti dal cliente continuano a decorrere al medesimo tasso, fino alla sua estinzione.
Chiudere un conto corrente: le procedure da seguire
Come accennato in precedenza, si può chiudere un conto corrente in qualsiasi momento, a patto che la procedura sia eseguita col giusto preavviso. Ciò si può fare chiudendolo per aprirne un altro nella stessa banca, oppure chiudendolo definitivamente ed eventualmente trasferendo il contenuto su un altro conto.
In caso di chiusura definitiva, si dovrà come prima cosa chiudere tutte le operazioni in corso (assegni non incassati, bollette addebitate ecc), trasferire le eventuali domiciliazioni e consegnare tutte le carte (di credito e di debito) oltre che al libretto degli assegni. La procedura di chiusura da parte del correntista deve essere eseguita di persona, firmando fisicamente e in presenza tutti i documenti richiesti, a meno che non ci siano situazioni straordinarie (malattie, invalidità…).
Alla chiusura del conto si potrà ricevere il contante residuo tramite assegno recapitato per posta che si potrà poi versare sul nuovo eventuale conto oppure oppure tramite bonifico sulle nuove coordinate precedentemente aperte. Il passaggio di chiusura e trasferimento del denaro può essere fatto anche dalla nuova banca che si occuperà di richiedere la chiusura del vecchio conto e ottenere l’accredito della liquidità e dei titoli. Questa prassi però è a discrezione della nuova banca.
Tempistiche e spese di estinzione conto
Le tempistiche di chiusura possono variare da 6 a 15 giorni lavorativi dalla consegna della modulistica. Questi tempi sono necessari da parte della banca per disattivare tutte le carte e liquidare gli eventuali titoli obbligazionari o azionari. Nel 2015 la direttiva europea ha stabilito come tempistiche massime di tali operazioni in 12 giorni, con sanzioni fino a 64555 euro per le banche che non rispettano la norma.
Ma quanto costa chiudere un conto?
Dopo il decreto Bersani 223/2006 sulla libera concorrenza, le banche non possono più applicare costi di chiusura dei conti correnti. Gli unici costi che la banca è autorizzata ad addebitare, trattenendoli dal contante prelevato in fase di chiusura, sono quelli legati alla gestione del conto: canone, imposta di bollo, eventuali passivi e interessi maturati al momento della chiusura.